Sport e scuola – di Michele Marchetti

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Sport e scuola. Sport a scuola. Lo sport con la scuola. Scuola dello sport… In questi anni tante ne sono state dette e altrettante sentite. Il silenzio del CSI è durato il tempo utile e necessario di una riflessione.

Qualche pausa, qualche piccolo errore e un desiderio di ritornare ad essere provocazione intelligente e attiva hanno portato il Centro Sportivo Italiano ad oggi:

  • un progetto finanziato in corso, denominato Stand up;
  • un progetto finanziato in partenza, denominato Anche tu per sport!

Il primo progetto è collocato nella scuola secondaria di primo grado; il secondo si rivolge ai ragazzi della scuola secondaria di secondo grado. Quando, il 10 febbraio 1945, Stadium riprese le pubblicazioni dopo diciotto anni di silenzio imposti dal fascismo e dalla guerra, sulla prima pagina della rinnovata pubblicazione i due articoli di apertura erano dedicati al problema dello sport scolastico. Evidentemente, l’Associazione lo riteneva fondante per la rinascita della vita sportiva nel Paese.

Il CSI, sin dalla sua costituzione, aveva assunto una propria fisionomia, si era irradiato in ogni dove, era penetrato nei collegi, nelle scuole, nelle parrocchie, in molte aziende. Ma particolarmente nelle scuole “naturale fucina dello sport, perché in nessun altro aggregato sociale vive tanto affiatamento, tanta comprensione, tanto intuito, tanta emulazione, tanto spirito di corpo, essenziali requisiti sportivi. E ciò dall’asilo alla Università”.

Una verità che ancora oggi appare innegabile. In un certo senso, si potrebbe dire che il “sociale” del CSI si gioca nelle parrocchie e nelle scuole, come ambiti privilegiati di dialogo e di confronto. Nel loro essere agenzie educative, si intravede il fuoco dell’avere a cuore i ragazzi e le ragazze e di amarli nel loro percorso possibile di vita. Poi, il sistema sportivo ha bisogno di atleti ed atlete che dimostrino carattere, principi, competenze, intelligenze. Ecco, allora, che la sfida dello sport scolastico (e con l’aggettivo vogliamo includere tutte le preposizione più o meno articolate possibili) è un richiamo attuale.

L’educazione è questione di rete; l’educazione è competizione fra soggetti differenti e spesso distanti; l’educazione è un mercato in cui o si trovano alleati affidabili e vincenti, o si è condannati al fallimento. Lo spread è alto, troppo alto, tra i titoli di coloro che intercettano i giovani consumatori, allontanandoli dal pensiero e dalle relazioni e quelli che promuovono un rendimento costante e sicuro nei valori a lungo termine. Lo sport, anche oggi e più che mai, è proposta forte di vicinanza ed intensa vita in presenza.

L’abitudine allo spostare, al rimandare, si concretizza in esperienze frammentate di solitudini e di margini. Ai confini in cui lasciamo i nostri ragazzi, si annidano insidiosi capitribù, pericolosi affittuari della tristezza, licenziosi promotori dell’egoismo. E i sociologi, gli psicologi, ma anche i parroci, gli insegnanti, i politici, si prodigano nel manifestare la loro insistente analisi. E mentre costoro invecchiano, i giovani crescono, cambiano, sono rimpiazzati.

L’impressione è che, oltre che con l’irrinunciabile, consolidato e sempre nuovo alleato “parrocchia-oratorio”, il CSI debba investire, nel prossimo futuro, sul suo protagonismo sociale, sulla sua capacità di promuovere una vocazione legata al benessere dei giovani; come si usa dire: al welfare. E il primo settore strategico di welfare per il CSI è la scuola.

Non esistono ricette; solo opportunità. Non si cerchino né i numeri né i soldi; il prodotto interno lordo, in questo caso, è ricaduta secondaria di un lavoro ben fatto e si traduce in giovani sportivi capaci di essere bravi cittadini. L’agonismo è l’elemento determinante di un percorso educativo che dall’orientamento raggiunge la proposta. L’esperienza sportiva nella scuola inizia con la conoscenza di tanti sport, per approdare ad una vocazione alle forme di volontariato, numerose e differenziate, offerte dallo sport. Come a scuola, si tratta di orientare e tirare fuori il meglio, in questa modernità, come individui e come collettivo; come singoli e come comunità; come parti e come tutto.

Un numero monografico di APS che sia occasione per presentare lo stato dell’arte in merito a CSI e scuola è un segnale: presto, il prima possibile, occorre rilanciare un circuito progettuale dei territori e un’esperienza riunificante nazionale di educazione, attraverso lo sport, promossa dal CSI in stretta cooperazione con il sistema di istruzione e di formazione.

Decifrare i suoni che vengono dall’Alto nel frastuono delle ore è compito non facile. Riconoscere tra mille voci accattivanti quella che salva, mentre innumerevoli mercenari, grandi comunicatori e affabulatori, fanno di tutto per corrompere il suono della giovinezza e barattarlo con performance da giocolieri, non è cosa semplice1…

Ma è il compito che, in questo tempo, il CSI assume con tutte le scuole, i dirigenti, gli insegnanti. Compito che assume verso tutti i ragazzi e tutte le ragazze e le loro famiglie.

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