La Stampa parla di psicologia quantica

Luigi Mondo e Stefania Del Principe, giornalisti del quotidiano La Stampa, intervistano il Dott. Francesco Facchini a proposito del suo nuovo approccio alla psicologia classica.

Mutuando alcuni concetti propri della fisica quantistica, si giunge a reinterpretare l’umano nella sua struttura costitutiva ed il rapporto fra questi e la realtà fattuale.
L’individualità e l’identità di ciascuno, non sono più legate soltanto a mente e corpo, ma sono determinate anche da due altri centri energetici infinitesimali di tipo coscienziale, chiamati OntoSè (Sé ontologico) e OmnEssente (o Essere relativo).

Per quanto detto prima circa le difficoltà di informare e di far penetrare il messaggio, non vi sono per ora centri in Italia che curano con i criteri della Psicologia Quantica, eccetto il Centro Umanistico di Solidarietà di Ciampino.

Non sappiamo quanti psicoterapeuti in Italia stiano intanto da soli applicando le teorie del lavoro del Dott. Facchini, ma ci auguriamo vogliano presto partecipare e condividere sulle nostre pagine commenti, lavori ed analisi professionali.


Attraverso lo studio comparativo dei risultati che potevano collegare la fisica quantistica, le neuroscienze, l’epistemologia, la psicologia su basi quantiche e la filosofia tra loro, si è presentata la possibilità di reinterpretare sia il senso della realtà globale, sia il modo di immaginare la costituzione dell’umano e le modalità per curarlo da un punto di vista esistenziale.

Se la psicoterapia è curare mediante un sapere vero e certo che procuri con-sapevolezza, allora solo conoscere ciò che è plausibilmente corretto, preserva dalla patologia.

Dunque la Psicologia Quantica propone al paziente non solo la discussione delle sue credenze condizionate, spesso confuse e stereotipate, non rinserrandolo entro l’angusto ordine materiale, ma lo informa sull’esistenza sondata dai Premi Nobel, di un altro piano di realtà premateriale operante con il nostro: quello che lo precede storicamente.

La Psicologia Quantica ammette che la mente possa generare un suo Sé appunto mentale, ma non ritiene che questo costituisca l’unico tipo di Sé operante in noi, poiché ne ipotizza un altro di natura extramentale imperitura, da riferirsi all’energia-informazione infinitesimale originaria che costituisce strutturalmente l’umano. Inoltre, intendendo il paziente nella sua dimensione ontologica, si agisce attraverso quell’OntoSè chiamato in causa soprattutto nelle nevrosi esistenziali e psicosomatiche.

Curare una persona significa creare un rapporto con la sua unicità, che non può esaurirsi nella sola biunivocità mente-corpo, poiché questo binomio è impermanente, mentre invece le energie coscienziali-informazione operanti in noi, non sono soggette a consunzione biologica del piano materiale.

L’articolo completo è presente a questo indirizzo: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/Benessere/grubrica.asp?ID_blog=26&ID_articolo=1603&ID_sezione=34&sezione=News

Reblog this post [with Zemanta]

Lascia un commento